Nonostante i numerosi studi clinici condotti per valutare i benefici apportati dalle alte dosi di citarabina (HD-Ara-C) nel trattamento di induzione dei pazienti con leucemia acuta mieloide (LAM), non è ancora stato raggiunto un consenso sulla superiorità di questo approccio rispetto al dosaggio standard (100-200 mg/m2 per 7-10 giorni). I risultati dello studio multicentrico randomizzato EORTC-GIMEMA AML-12 (Willemze R et al. J Clin Oncol, 2014;32:219-228), condotto fra il 1999 e il 2008, depongono a favore dell’impiego di HD-Ara-C (3000 mg/m2 ogni 12 ore nei giorni 1,3,5 e 7), che sarebbe associato a un migliore outcome, in particolare nei pazienti di età inferiore ai 46 anni, rispetto al dosaggio standard (100 mg/m2/die nei giorni 1-10).

Sul totale di 1942 pazienti con LAM arruolati, e con un follow-up mediano di 6 anni, la sopravvivenza globale (OS) è risultata pari al 38,7% nel braccio standard e al 42,5% nel braccio HD-Ara-C (p = 0,06; p = 0,009 all’analisi multivariata), mentre il tasso di remissione completa (RC) era pari al 72,0% e al 78,7%, rispettivamente (p < 0,001). Il vantaggio in termini di sopravvivenza era particolarmente evidente nel sottogruppo di pazienti con età < 46 anni (OS: 43,3% verso 51,9%, p = 0,009 e p = 0,003 all’analisi multivariata; RC 75,6% verso 82,4%, p = 0,01, rispettivamente).

Gli autori concludono che l’impiego di HD-Ara-C in induzione è in grado di produrre tassi di remissione e di sopravvivenza più alti rispetto alle dosi standard di Ara-C, in particolare nei pazienti di età inferiore di 46 anni e in quelli ad alto rischio (citogenetica e/o mutazioni di FLT3-ITD o con LAM secondaria), indipendentemente dall’età.

Fonte: Journal of Clinical Oncology